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Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano...

giovedì 12 settembre 2013

UN'AVVENTURA MOZZAFIATO di Alberto F.

Mi chiamo Alberto e amo molto la natura e gli animali. Il mio racconto ve lo dimostrerà! 

Peter era un simpatico ragazzo di dodici anni. Era abbastanza alto e robusto, molto veloce e agile come uno scoiattolo.
Nel viso tondo e colorito risaltavano gli occhi grandi e vispi, azzurri come il cielo; i capelli ricci color rame gli davano un tocco selvaggio.
Viveva con i genitori a Grindelwald, un paesino ai piedi delle Alpi Svizzere dove il papà gestiva alcune malghe.
Peater fin da piccolo seguiva il papà nel lavoro; all'età di quattro anni aveva imparato a pascolare le mucche in compagnia del suo fedele cane da pastore Dalì.
Ora poteva da solo dare il fieno alle mucche, mungere a mano, fare il burro e lavorava nei campi soprattutto d'estate e nei fine settimana.
Era particolarmente socievole: tutti in paese lo conoscevano ed egli conosceva tutti e chiacchierava con chiunque lo avvicinasse.
Agli anziani si rivolgeva in dialetto per parlare di animali, di caccia, di piante, con le signore commentava il tempo, ai bambini permetteva di accarezzare i cuccioli di cane, gli agnellini e i vitellini.
Andava a scuola volentieri anche se soffriva a stare per più di due ore in un luogo chiuso; per questo i professori gli concedevano di fare quattro passi in cortile ogni tanto.
Peater aveva un grande sogno, voleva diventare un veterinario per poter curare e far nascere gli animali che adorava.
In una notte di inverno, buia e nevosa, stava aiutando il papà a intagliare il legno quando sentirono bussare alla porta.
Il padre, Piero, mandò Peater ad aprire; si trovò davanti tre uomini con indosso giubbotti di pelle e cuffie di pelo. Dalle loro spalle pendevano fucili, nella cintura erano infilati coltelli.
Peater restò sbalordito, ma il più anziano dei tre lo rassicurò che non volevano fargli del male; il ragazzo chiamò il padre al quale chiesero ospitalità per quella notte.
Piero, sapendo che c'era in arrivo una bufera di neve rispose subito di sì e li fece accomodare nella camera degli ospiti.
Peater era rimasto impressionato da quei strani tipi, nel recarsi a dormire si fermò a origliare dietro alla loro porta e li sentì bisbigliare:
Li beccheremo domani ai piedi del San Gottardo.”
Sarà un gioco da ragazzi intrappolare quegli stupidi cervi!”
Peater capì in quell'istante che si trattava di bracconieri: doveva avvisare subito il suo amico Jon. 
Pronto, Jon, ho bisogno di parlarti, una questione urgente. Vediamoci davanti alla chiesa tra dieci minuti.” 
Come faccio ad uscire senza farmi beccare dai miei genitori, Peater?!” 
Usa il solito modo! Esci dalla finestra e calati dall'albero, ha sempre funzionato!” 
Va bene... arrivo.”
Peater si imbacuccò, uscì dalla casa senza far rumore e si diresse all'appuntamento. Arrivato, Jon gli chiese cosa ci fosse di tanto urgente e l'amico gli raccontò tutto.
Decisero di mettere a punto un piano per fermare quei cacciatori di frodo.
Peater non chiuse occhio per tutta la notte al pensiero di ciò che lo aspettava il giorno successivo; non appena sentì rumori e voci provenire dalla camera dei tipi si preparò e spedì un messaggio a Jon.

Una mezz'ora più tardi i due amici stavano percorrendo una stradina di montagna a una distanza adeguata dai bracconieri che controllavano i dintorni con un binocolo.
Camminarono per ore e ore, affondando nella neve, nascondendosi tra le rocce, attenti a non farsi scorgere e preoccupati di perdere di vista i tre uomini.
Quando questi si fermarono, Jon cercò di capire, leggendo con attenzione la mappa, dove si trovavano.
Non avevano dubbi: erano ai piedi del San Gottardo.
Jon telefonò ad un suo amico, agente della Guardia Forestale, il quale comunicò che li avrebbe raggiunti entro tre ore perché il loro mezzo era bloccato al Passo dell'Orso a causa di una bufera di neve.
Peater con il binocolo teneva d'occhio i bracconieri; in lontananza scorse altre due figure che si dirigevano verso di loro.
Dopo un po' li vide unirsi alla combriccola e confabulare con loro ad ampi gesti, stavano mettendo a punto il loro diabolico piano!
Di lì a poco li videro dirigersi ognuno in un punto diverso: appostandosi come d'accordo.
I due ragazzi decisero di muoversi portandosi il più vicino possibile agli uomini fino a ritrovarsi nascosti dietro ad un masso.
Peater si accorse che il più anziano aveva imbracciato il fucile e stava prendendo la mira; afferrò la sua mitica fionda e scagliò con tutta la sua forza e la precisione di cui era capace un sasso che centrò il bersaglio colpendo l'uomo al braccio.
Anche Jon fece lo stesso con l'altro cacciatore.
Disorientati, barcollarono entrambi e caddero a terra; i due ragazzi li raggiunsero di corsa, li legarono e li imbavagliarono.
Erano ora indecisi sul da farsi, sentirono degli altoparlanti che intimavano l'alt:
Corpo forestale, gettate le armi e arrendetevi!” 
Incredibile! Erano arrivati proprio al momento giusto!Gli agenti, dopo aver ammanettato i delinquenti, si congratularono con i due amici e proposero loro di entrare a far parte della loro pattuglia.Peater e Jon accettarono l'incarico a patto che i turni li facessero sempre insieme, e da quel momento diventarono piuttosto famosi nelle montagne dove vivevano.

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